Il piano di valutazione clinica – noto come Clinical Evaluation Plan (CEP) – è un documento chiave nel processo di valutazione clinica dei dispositivi medici, previsto dal Regolamento (UE) 2017/745 (MDR). Nonostante il ruolo cruciale durante l’intero ciclo di vita del dispositivo, la sua importanza viene spesso sottovalutata. Vediamo insieme perché si tratta di un documento così essenziale e quali requisiti devono essere rispettati affinché venga ritenuto conforme alla normativa europea.
Il Piano di Valutazione clinica (CEP): che cos’è?
Il CEP è un documento che descrive il metodo, le fonti e i criteri che il fabbricante intende utilizzare per condurre la valutazione clinica di un dispositivo medico, in conformità al Regolamento (UE) 2017/745 (MDR). È parte integrante della documentazione tecnica del dispositivo e rappresenta il primo passo fondamentale per una valutazione clinica strutturata, trasparente e conforme alla normativa europea. È richiesto per tutti i dispositivi soggetti a marcatura CE secondo MDR, indipendentemente dalla classe di rischio.
Cosa deve contenere il CEP? I requisiti dell’allegato XIV, parte A
Il regolamento, nella parte A dell’allegato XIV, elenca una serie di requisiti minimi che il CEP deve soddisfare. L’allegato afferma che “Per pianificare, condurre in modo continuativo e documentare una valutazione clinica, i fabbricanti: istituiscono e aggiornano un piano di valutazione clinica che comprenda almeno: …”.
Vediamo insieme cosa deve contenere il CEP, punto per punto:
Individuazione dei requisiti generali da supportare con dati clinici
“l’individuazione dei requisiti generali di sicurezza e prestazione che devono essere suffragati da dati clinici pertinenti”
Il fabbricante deve indicare, tra tutti i requisiti generali di sicurezza e prestazione (riportati nell’Allegato I del MDR), quelli che necessitano il supporto di dati clinici. Non tutti i requisiti si dimostrano con dati clinici: alcuni possono essere soddisfatti con evidenze precliniche o di laboratorio. Il CEP deve chiarire quali requisiti saranno trattati attraverso la valutazione clinica. Questo passaggio è fondamentale per garantire che la raccolta dei dati clinici sia mirata e giustificata.
Definizione della destinazione d’uso, della popolazione target e dei benefici attesi
“una specificazione della destinazione d’uso del dispositivo; una chiara specificazione dei gruppi di destinatari con chiare indicazioni e controindicazioni; una descrizione dettagliata dei benefici clinici previsti per i pazienti che comprenda parametri dei risultati clinici pertinenti e specifici”
Questi elementi costituiscono la device description e sono fondamentali per contestualizzare correttamente la valutazione clinica. Specificare la destinazione d’uso significa indicare chiaramente per cosa, come e in quali condizioni cliniche il dispositivo deve essere impiegato. Identificare i gruppi di destinatari, insieme a indicazioni e controindicazioni, permette di definire il profilo dei pazienti ed utilizzatori per cui il dispositivo è destinato. Infine, descrivere i benefici clinici attesi, espressi attraverso parametri misurabili, serve a chiarire cosa ci si aspetta in termini di outcome per il paziente. Tutto ciò fornisce le basi per valutare sicurezza, performance e rapporto beneficio-rischio del dispositivo.
Metodi per valutare la sicurezza clinica
“una specificazione dei metodi da utilizzare per l’esame degli aspetti qualitativi e quantitativi della sicurezza clinica, con un chiaro riferimento alla determinazione dei rischi residui e degli effetti collaterali“
A questo livello si richiede che il fabbricante definisca in modo chiaro i metodi che intende utilizzare per valutare la sicurezza clinica del dispositivo, sia dal punto di vista qualitativo (tipologia degli eventi avversi osservati o attesi) sia quantitativo (frequenza, tasso di incidenza, gravità). Deve inoltre essere specificato come verranno identificati e valutati i rischi residui – cioè quei rischi che permangono nonostante l’attuazione delle misure di controllo – e gli effetti collaterali eventualmente associati all’uso del dispositivo.
Parametri per valutare il rapportobeneficio-rischio
“un elenco indicativo e una specificazione dei parametri da applicare per determinare, secondo lo stato dell’arte in campo medico, l’accettabilità del rapporto benefici-rischi per le varie indicazioni e la o le destinazioni d’uso del dispositivo“
Il fabbricante deve dichiarare quali criteri clinici intende applicare per giudicare accettabile il rapporto beneficio-rischio del dispositivo, in base allo stato dell’arte. Deve cioè fornire un elenco indicativo dei parametri clinici che saranno impiegati per valutare se i benefici attesi superano i rischi, per ciascuna indicazione e destinazione d’uso. Questo approccio permette di strutturare la valutazione clinica su basi trasparenti e misurabili, coerenti con la pratica clinica attuale.
Rischi e benefici di componenti specifici
“l’indicazione di come occorra affrontare le questioni relative ai rischi e ai benefici di componenti specifici quali l’uso di prodotti farmaceutici, tessuti animali o umani non vitali“
Il regolamento richiede che il fabbricante descriva come intende valutare rischi e benefici associati a componenti particolari del dispositivo, come ad esempio sostanze farmacologicamente attive, tessuti di origine animale o umana non vitali. Si tratta di elementi che possono introdurre rischi aggiuntivi o implicazioni etiche e regolatorie specifiche, e che, quindi, richiedono un’analisi dedicata. Il CEP deve spiegare quali dati saranno utilizzati e quali criteri saranno applicati per giudicare l’accettabilità del loro utilizzo.
Piano di sviluppo clinico e PMCF
“un piano di sviluppo clinico (CDP) indicante la progressione da indagini esplorative, quali studi first-in-man, studi di fattibilità e studi pilota, a indagini di conferma, quali indagini cliniche di conferma (pivotal), e un PMCF di cui alla parte B del presente allegato con l’indicazione delle tappe fondamentali e una descrizione dei criteri di accettazione potenziali.”
Infine, il CEP deve includere un Clinical Development Plan (CDP), ovvero una panoramica di tutte le indagini cliniche che sono state condotte, sono in corso o saranno pianificate nel futuro. Deve coprire l’intero ciclo di vita del dispositivo, partendo da eventuali indagini esplorative fino a studi di conferma, se necessari. Deve, inoltre, includere il piano di sorveglianza clinica post-market (PMCF), in conformità alla Parte B dell’Allegato XIV, con l’indicazione delle tappe principali e dei criteri di accettazione previsti per valutare sicurezza e prestazione. Questo approccio è fondamentale per dimostrare la conformità continua del dispositivo lungo tutto il suo ciclo di vita, come previsto dal Regolamento.
Conclusioni: quando un CEP può dirsi davvero conforme?
In definitiva, il CEP non è solo un obbligo normativo, ma uno strumento fondamentale per guidare in modo consapevole e strutturato l’intera strategia clinica del dispositivo. Per essere ritenuto conforme deve rispondere in modo puntuale a tutti i requisiti previsti dal Regolamento, essere coerente con la documentazione tecnica e lo stato dell’arte, e riflettere in modo realistico la destinazione d’uso del dispositivo e i benefici attesi per i pazienti. Il CEP deve essere riconosciuto come uno strumento essenziale, che offre una guida concreta alla raccolta, all’analisi e all’aggiornamento dei dati clinici, accompagnando il dispositivo lungo tutto il suo ciclo di vita.
Rispettare i requisiti del CEP non significa solo adempiere a quanto richiesto dal Regolamento: significa costruire le fondamenta di una valutazione clinica solida, credibile e realmente orientata alla sicurezza del paziente.


