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Brexit: quale soluzione per la logistica dei medical device?

Il Regno Unito ha deciso di organizzare una gara per l’aggiudicazione di un contratto del valore di £ 25 milioni per il trasporto espresso di farmaci e dispositivi medici.

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Margherita Fort

Regulatory Affairs Manager

Mentre il governo, guidato dal nuovo Primo Ministro Boris Johnson, sta intensificando i preparativi per una Brexit senza accordi, il Regno Unito ha deciso di organizzare una gara per l’aggiudicazione di un contratto del valore di £ 25 milioni (€ 27,5 milioni) per il trasporto espresso di farmaci e dispositivi medici.

Il tender servirà a identificare fornitori capaci di soddisfare le esigenze di trasporto nella fascia LTL per consentire al governo di importare e trasportare farmaci e dispositivi medici in 24 ore (pacchi) o 96 ore (pallet). Il call for bid è un chiaro segnale che la nazione si prepara ad affrontare le conseguenze di un no-deal, di una Brexit senza accordo.
La scelta della modalità LTL (less than truckload) permetterebbe di essere agili e di poter configurare e riconfigurare i trasporti sulla base delle mutevoli esigenze dettate dagli stock.

Con il Regno Unito pronto a lasciare l’UE senza un accordo il 31 ottobre, a meno che qualcosa non cambi, l’attivazione del servizio di fornitura è soggetta a stretti vincoli temporali. Il governo spera di aggiudicare il contratto il mese prossimo e di rendere il servizio pienamente operativo entro il 24 ottobre, concedendogli una settimana per testare il percorso di approvvigionamento prima che possa essere necessario utilizzarlo per ottenere prodotti critici per i pazienti.

Il contratto è stato accolto favorevolmente da parte del settore life science del Regno Unito. Mike Thompson, amministratore delegato del gruppo commerciale farmaceutico britannico ABPI, ha dichiarato che le aziende vogliono conoscer “i dettagli di come funzionerà in pratica questa capacità di trasporto extra“.
Tale commento è in linea con la risposte ad altri aspetti della preparazione per un’uscita senza accordi. All’inizio di questo mese, il governo ha promesso ulteriori 434 milioni di sterline per “contribuire a garantire la continuità di medicinali e prodotti medici vitali“, ma non è riuscito a chiarire come sarebbero stati spesi i soldi.

Il contratto prevede anche lotti più piccoli per la spedizione di un massimo di 200 pallet e il trasporto di materiali sensibili, quali prodotti a temperatura controllata e isotopi radioattivi.

Il governo non ha espresso una preferenza sulla modalità di trasporto, affermando che l’offerente vincitore può utilizzare “qualsiasi modalità di trasporto, a condizione che siano compatibili con i requisiti di tempistica di transito, le condizioni di trasporto e l’effettiva mitigazione di un’interruzione prevedibile dei servizi“. Sembrano privilegiati, per modello di business e efficienza operativa, gli operatori di pallet network che proprio nel Regno Unito sono nati sul finire degli anni ‘90, prima di estendere le proprie operazioni al resto dell’Europa continentale.

A costi maggiori, se il passaggio attraverso le principali porte di accesso al paese di Dover e Calais dovesse essere impraticabile per l’accumularsi del traffico dovuto ai controlli in dogana, gli aggiudicatari potrebbero essere spedizionieri che utilizzano rotte aeree.
Il governo si fa carico dell’organizzazione del servizio e della copertura del 15% dei costi; la restante parte sarà a carico delle aziende.

I 434 milioni di sterline fanno parte di un più ampio pacchetto di iniziative previste dal precedente governo presieduto dal Primo Ministro, Theresa May. La retorica del no-deal prende ulteriore vigore sotto la guida di Boris Johnson, e questo call for bid dipinge il quadro di un governo che è, o almeno vuole apparire, disposto a portare il Regno Unito fuori dall’UE senza un accordo, nonostante la forte opposizione del settore industriale.

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