Prima di addentrarci nell’argomento del titolo perfetto, è bene fare una distinzione tra i diversi tipi di abstract. L’abstract congressuale, infatti, non va confuso con l’abstract di un journal article, che abbiamo visto essere un riassunto chiaro e conciso di un articolo di rivista, posto tra il titolo e il corpo dell’elaborato, e il cui obiettivo è quello di fornire una panoramica sintetica del contenuto dell’articolo stesso (per approfondire vedi qui).
L’abstract congressuale, diversamente, viene redatto e presentato in risposta ad una call for abstracts, ossia un invito da parte degli organizzatori di una conferenza – o di un convegno, un congresso, o un seminario – a sottoporre un testo chiaro e conciso su un progetto di ricerca che si vorrebbe presentare durante la conferenza, previa accettazione da parte degli organizzatori stessi. Nel caso in cui l’abstract venisse accettato, gli autori potranno presentare, durante la conferenza, il cosiddetto contributed paper, ossia una comunicazione orale, o sottoforma di poster, del proprio progetto di ricerca.
L’abstract, quindi, gioca un ruolo fondamentale nella call for abstracts, in quanto rappresenta il lasciapassare per accedere alla presentazione del proprio lavoro durante la conferenza. Non solo, l’abstract congressuale è lo strumento attraverso il quale i partecipanti sono invogliati a scegliere la presentazione da ascoltare o il poster da visitare durante la conferenza. Ricordiamo, infatti, che gli abstracts sono inseriti nei conference proceedings, ossia negli atti della conferenza – o atti di convegno – che contengono tutte le sessioni e gli eventi programmati, e, appunto, tutti gli abstracts congressuali.
Se ne deduce che l’abstract congressuale deve “colpire” due pubblici diversi: in primis, gli organizzatori della conferenza, che hanno il compito di accettarlo – o rifiutarlo – e, in seguito, i partecipanti alla conferenza.
Ma come possiamo catturare l’attenzione del lettore e portarlo a visitare il nostro poster o ascoltare la nostra presentazione orale?
Il titolo gioca un ruolo fondamentale in quest’aspetto; è, infatti, uno dei modi per suscitare l’interesse dei partecipanti verso il nostro lavoro e invogliarli a voler approfondire l’argomento. Per questo, la scelta del titolo non deve essere sbrigativa e superficiale, ma piuttosto deve avvenire attraverso un processo ponderato che tiene in considerazione il ruolo di ogni singolo termine scelto. Potremmo addirittura affermare che il titolo sia la frase più importante dell’abstract congressuale, in quanto è la parte che genera la prima impressione sul lettore e che, quindi, influenzerà sin da subito il nostro potenziale pubblico.
E allora, come redigere il titolo perfetto?
Innanzitutto, il titolo deve essere informativo, ossia deve utilizzare parole chiave specifiche e il più possibile descrittive, ma allo stesso tempo non colme di tecnicismi. Senza dubbio, non sono convenevoli termini troppo generici o vaghi, che non suscitano l’interesse del lettore e, soprattutto, non trasmettono la vera essenza del progetto.
In alcuni casi, per renderlo più coinvolgente – o anche intrigante – il titolo può essere posto sottoforma di domanda o di contraddizione, o anche utilizzando un gioco di parole che possa incuriosire il lettore.
In qualsiasi caso, è essenziale che sia chiaro e conciso, che non superi possibilmente le 12 parole, ma che rifletta accuratamente quello che verrà poi esposto nella presentazione. Per questo, è fondamentale che tutte le parole non necessarie vengano rimosse, e che le più importanti vengano poste all’inizio del titolo. Nel caso in cui si preveda la presentazione di un poster, sarebbe ottimale che la lunghezza del titolo sia tale da essere inserita in una sola riga nella parte superiore.
Durante la redazione, considerato il ruolo che il titolo assume nell’abstract congressuale, è consigliabile non soffermarsi alla prima opzione, ma annottare diverse alternative e prendersi il tempo necessario per selezionare quella più appropriata, tenendo conto sia della chiarezza e della concisione, sia del pubblico a cui ci si rivolgerà durante la conferenza.
In caso di dubbi o titubanze, è bene chiedere consiglio anche ai colleghi esperti del campo. Avere una opinione esterna può aiutare a cogliere sfumature che potrebbero passare osservate.
Infine, potrebbe essere utile seguire uno style guide o esaminare precedenti abstract congressuali, utili a migliorare l’uniformità della scrittura, così da tener conto anche dei piccoli aspetti del wording, quali abbreviazioni concesse, punteggiatura, utilizzo delle maiuscole all’interno della frase, ecc.
Concludendo, chiarezza e concisione, ma anche capacità di catturare l’attenzione e suscitare l’interesse del lettore dovrebbero essere i must di un titolo per un abstract congressuale; solo un processo ponderato che tenga in considerazione tutti questi aspetti è alla base di una redazione quanto più vicina alla perfezione.
Fonti:
Robinson, Marin S, and others, ‘Writing the Conference Abstract and Title’, Write Like a Chemist: A Guide and Resource (New York, 2008; online edn, Oxford Academic, 12 Nov. 2020).