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Il poster scientifico del futuro

Il poster scientifico è uno strumento di networking il cui scopo è facilitare l’avvio di una conversazione tra gli autori della ricerca e i soggetti che lo osservano.

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Paola Gallon

Medical Writing & Scientific Communication Manager

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Poster scientifico

A chi si occupa di ricerca sarà sicuramente capitato di dover preparare un poster scientifico in vista di un congresso. Dopo aver raccolto i dati, dopo averli elaborati e dopo aver contribuito alla stesura di un articolo scientifico, la preparazione di un poster sarà sembrata un’incombenza minore. Eppure, quando siamo lì, davanti al foglio bianco, ci rendiamo conto che creare un buon poster non è un’attività da sottovalutare, considerata l’importanza che riveste nel promuovere la conoscenza del nostro lavoro.

Prima di iniziare, cerchiamo di mettere a fuoco alcuni punti fermi.

Innanzitutto, chiediamoci: cosa non è un poster scientifico? 

  • Il poster scientifico non è una versione ridotta di un paper scientifico. 
  • Non è nemmeno un contenitore da riempire alla rinfusa con dati, tabelle e ogni sorta d’informazione. 
  • Non è un’appendice dove inserire tutto ciò che non abbiamo potuto includere nel nostro articolo. 
  • E non è un esercizio di stile dove una grafica accattivante prova a sostenere un contenuto claudicante.

A questo punto dobbiamo chiederci: cosa è un poster scientifico? 

La risposta è precisa e puntuale. Il poster scientifico è soprattutto uno strumento di networking. Il suo scopo è facilitare l’avvio di una conversazione tra gli autori della ricerca e i soggetti che la osservano.

Sicuramente, un poster scientifico deve comunicare in modo efficace e senza la mediazione degli autori una serie di informazioni di base che chiunque si aspetterebbe di trovare, tra cui: il razionale del progetto di ricerca, i metodi utilizzati e i risultati chiave. Tutto ciò deve essere presente e deve essere chiaramente comprensibile nelle sue linee generali.

Il poster scientifico oggi

Fino a pochi anni fa, presentare un poster scientifico a una conferenza significava inevitabilmente combattere con puntine da disegno, elastici ed errori di stampa scoperti troppo tardi per essere corretti. 
A lungo, la struttura dei poster scientifici è rimasta ingessata in formati scarsamente comunicativi, concentrando moltissime informazioni in uno spazio troppo stretto per accoglierle tutte.

Qualcosa sta cambiando e sempre più spesso gli organizzatori dei congressi accettano e, in alcuni casi richiedono, la presentazione di poster scientifici in formato digitale. Il distanziamento prolungato, imposto dalla pandemia ha spinto nella direzione di sperimentazione e di novità, incentivando soluzioni digitali anche nel campo della comunicazione scientifica.

Perché utilizzare il poster scientifico digitale?

I vantaggi del poster scientifico digitale vanno ben oltre il non doversi portare dietro un tubo di cartone da 70 centimetri.
I relatori possono apportare facilmente modifiche dell’ultimo minuto al contenuto e possono convertirlo in altri formati digitali in modo da essere condivisi o caricati su un sito web. In questo modo, il poster assolve ancora meglio alla sua funzione di strumento di comunicazione e networking.

Questo strumento digitale permette di integrare contenuti di natura diversa, in alcuni casi anche brevi clip video. La possibilità di ingrandire delle specifiche porzioni consente di poter visualizzare con un dettaglio maggiore immagini e grafici, anche grazie agli schermi ad alta risoluzione. Per il resto, vale la regola less is more, applicabile anche al poster tradizionale, che deve privilegiare la sintesi e la leggibilità.

È necessario, infine, parlare delle competenze necessarie per realizzare un poster scientifico. Preparare un poster scientifico prevede di possedere una serie di competenze professionali che i ricercatori dovranno acquisire. Queste non si limitano alla grafica digitale, ma hanno a che fare, soprattutto, con la capacità di trasformare un messaggio complesso e articolato in una sintesi accurata. In alternativa, ci si potrà rivolgere a esperti di comunicazione scientifica che sapranno trasformare i risultati delle ricerche in una storia da raccontare.

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