È solo un banalissimo articolo. Sono statistiche, numeri, dati, espressioni complete per provare quanto già si sapeva e richiede sforzi importanti (economici, di tempo, ecc.).
E poi la sottomissione, la risposta ai revisori.
No, un articolo non può essere visto come qualcosa di positivo. Però certo, una volta che è scritto è scritto, da ipotesi diventa fatto.
Molto spesso non viene letto né capito. In più, per scrivere un articolo servono dati, tanti dati. Dati che comunque ho già in casa (o che dovrò avere), perché il Regolamento mi impone di monitorare il mio dispositivo per tutto il suo life-cycle.
È un articolo. È una prova importante da analizzare nella valutazione clinica, in cui si può citare in un sito, includere in una brochure. E poi? Cos’altro si può fare con un articolo?
È un articolo, ma non solo. È il passe-partout per poter parlare del mio dispositivo con gli esperti clinici del settore. È una prova concreta degli obiettivi raggiunti. È la testimonianza di un’azienda che lavora in maniera metodica e scientifica, indice, quindi, di affidabilità.
Non è un articolo, è un tesoro. Le statistiche, i numeri, i dati possono diventare key message, immagini, disegni, concetti, colori diventano prove. Diventano originalità. Rafforzano il brand.
Questa è la comunicazione scientifica, quello strumento meraviglioso che permette di trasformare un onere in un onore da utilizzare per fare invidia ai propri competitor.