L’impiego della tecnologia digitale per comunicare sta lentamente e inesorabilmente plasmando il modo con cui scambiamo informazioni. Per quelli di noi nati fino agli anni ’70 oppure ‘80 comunicare attivamente significava telefonare, come oggi, ma da un apparecchio di casa o da un telefono pubblico oppure scrivere: una lettera, o – più spesso – inviare una cartolina durante le vacanze.
Ricevere informazioni, invece, significava prima di tutto leggere: il quotidiano, un libro. Oppure – come oggi – guardare la televisione (con molta meno scelta) o ascoltare la radio. Tra i lettori di questo breve articolo vi sarà certamente qualcuno nato, invece, negli anni ’90 o dopo: le frasi appena lette gli appariranno il racconto di un’epoca lontana, come quando ci narrano che – un tempo – nelle case, di sera, si leggeva al lume di candela.
La comunicazione, oggi, è digitale e immediata e plasmata anche dalla convergenza di due tecnologie: la rete internet e la comunicazione cellulare. Le informazioni sono reperite e fruite diversamente: entrambe sono temporalmente più brevi e l’attenzione all’attendibilità della fonte è certamente molto ridotta. L’immediatezza di ricerca e fruizione porta con sé la necessità di modulare la forma della comunicazione: sempre più preferiamo un’informazione semplice e rapidamente fruibile. Che ci piaccia o no, la lettura non è più la modalità principe di fruizione: a essa si affiancano, e spesso sono preferite, la visione e, in misura minore, l’ascolto, anche per apprendere informazioni e nozioni tecniche.
In quale lingua, ad esempio, sono scritte le istruzioni di montaggio del più famoso e noto produttore svedese di arredamento? Per coloro di noi che appartengono a una generazione più “matura”, questo spostamento del baricentro dal leggere al guardare ha un sapore, a volte, di “decadimento dei costumi”. E in più di un caso il dubbio che lo sia davvero è, a giudizio di chi scrive, lecito. Ma, allo stesso tempo, permette di mettere in luce una verità – già nota da tempo – e inconfutabile: in alcuni casi può essere più opportuno ricorrere a forme di comunicazione più immediate e fruibili della parola scritta. Competenza ed esperienza sono, in questo contesto, necessarie: la scelta di comunicare attraverso una forma del tutto o in parte diversa dalla scrittura dovrà essere, per essere fruttuosa, il risultato di una riflessione attenta in relazione al messaggio da comunicare, il target da raggiungere, il contesto in cui avverrà la comunicazione, l’obiettivo della comunicazione stessa e, quindi, alla forma di comunicazione prescelta. Sulla base di questa premessa, e in modo solo apparentemente provocatorio, non ci dispiace chiederci e chiedervi: e se fosse un fumetto?
Esiste un particolare messaggio, relativo a un tuo dispositivo medico, che potrebbe essere comunicato a una audience di tuo interesse, in un contesto in cui la sua rappresentazione tramite una storia a fumetti possa essere quella che raggiunge più facilmente l’obiettivo che ti sei prefisso?
Ci farebbe piacere sapere cosa ne pensi, raccogliendo la tua opinione attraverso una breve mail a info@clariscience.com.