Processo di peer-review
Nel momento in cui si decide di sottomettere il proprio manoscritto ad una rivista scientifica, nella stragrande maggioranza dei casi, questo sarà sottoposto ad un processo di peer-review (revisione tra pari), quale procedura fondamentale a garanzia e valutazione della qualità della ricerca scientifica. Difatti, questo processo altro non è che una verifica critica del lavoro svolto dagli autori dell’articolo, effettuata da parte di esperti del settore, detti reviewers (revisori).
Nello specifico, i revisori sono chiamati dall’editore della rivista a valutare diversi aspetti della ricerca, tra cui l’originalità, la validità metodologica, la rilevanza e la chiarezza dei risultati e delle conclusioni. Tipicamente, l’obiettività e l’imparzialità della revisione viene garantita svolgendo il processo in doppio cieco, per cui né autori né revisori conoscono le rispettive identità.
A livello pratico, gli step consequenziali del processo di peer-review possono essere schematizzati come riportato di seguito.
- Submitted. Il corresponding author (autore responsabile della corrispondenza con la rivista), dopo aver verificato di adempiere ai requisiti editoriali, tra cui lo scopo della rivista, la documentazione richiesta e le linee guida per la scrittura, potrà seguire la procedura online di sottomissione. Alla fine di questo step, all’articolo sarà assegnato lo stato submitted (sottomesso).
- Under consideration. L’articolo verrà poi sottoposto ad una prima valutazione da parte dell’ufficio editoriale che andrà principalmente a verificare la qualità/novità generale della ricerca condotta, così come la sua adeguatezza rispetto alle linee guida e al campo di interesse della rivista (scope). Questo step potrebbe quindi concludersi con 2 diversi output: i) l’articolo potrebbe essere rigettato – ma non disperiamo perché a breve vedremo come affrontare quest’eventualità – oppure ii) l’articolo potrebbe essere inviato ai revisori, normalmente due o tre, e passare quindi allo stadio successivo.
- Under review. L’articolo sarà quindi ora nelle mani dei revisori. Questi disporranno di un tempo predefinito per valutare attentamente l’articolo e stilare un rapporto dettagliato con i loro specifici commenti e suggerimenti, nonché con una più categorica opinione sul se accettare, o meno, l’articolo. Sulla base delle valutazioni dei revisori, l’editore determinerà poi le sorti dell’articolo, scegliendo tra uno di questi tre possibili scenari: i) l’articolo potrebbe essere accettato as it is (letteralmente così come è) e, se mai proverete il brivido di ricevere una mail con queste parole, vi suggeriamo di andare a festeggiare non solo con la mamma ma anche con tutti i parenti e amici; ii) gli autori potrebbero essere chiamati ad apportare minor o major revisions (revisioni minori o sostanziali) all’articolo e a risottometterlo corredato da una lettera di risposta ai revisori che affronti, punto a punto, tutti i commenti ricevuti; iii) l’articolo potrebbe essere rigettato ma noi siamo forti, non piangeremo e seguiremo i consigli riportati nella prossima sezione. Viene da sé che, nel caso in cui vengano richieste delle minor o major revisions, si riparta nuovamente con i passaggi descritti al punto 3, potenzialmente in maniera ciclica. Nello specifico, le risposte degli autori ai commenti ricevuti e il manoscritto revisionato saranno nuovamente sottoposte al vaglio dei revisori e l’articolo potrà nuovamente incorrere in uno dei tre scenari appena descritti. Nel caso in cui l’articolo venga accettato, invece, si procederà con alcuni passaggi puramente formali tra cui la correzione delle bozze.
Cosa fare in caso di rigetto
Per poter capire come affrontare al meglio un eventuale rifiuto del nostro articolo è bene, innanzitutto, discriminare tra due diversi tipi di rigetto: i) l’articolo viene rifiutato in prima battuta dall’editore, senza neanche procedere con l’invio del manoscritto ai revisori, oppure ii) l’articolo viene rigettato a seguito di uno o più giri di botta e risposta con i revisori.
Nel primo caso, è molto probabile che la decisione dell’editore sia dovuta a problematiche che effettivamente non sarebbe risolvibili tramite la revisione, anche se sostanziale, del manoscritto. Ad esempio, potremmo aver sopravvalutato la rilevanza della nostra ricerca, sia in termini di novità che di metodi, rispetto agli standard richiesti dalla rivista o, addirittura, potremmo averne mal interpretato il campo di interesse. In entrambi i casi, è consigliabile selezionare la nuova rivista a cui sottomettere l’articolo, prestando maggiore attenzione a dettagli come lo scopo della rivista e il suo impact factor. Inoltre, è bene sapere che, lo stesso editore potrebbe suggerire un transfer (trasferimento) ad un’altra rivista della stessa casa editrice, maggiormente allineata al nostro articolo. Accettare questo tipo di offerta potrebbe essere particolarmente vantaggioso, soprattutto in quei casi in cui la possibilità di trasferimento sia stata già discussa tra gli editori delle due riviste, ponendoci, di fatto, nella condizione di aver già superato lo step under consideration del processo di sottomissione.
Diversamente, il rigetto a seguito di uno o più round di revisione dovrà essere affrontato come una preziosa opportunità di ripensare e migliorare la ricerca svolta, arricchendola grazie ai commenti di esperti come noi ma dotati di una visione molto più imparziale della nostra. Infatti, è consigliabile procedere con una attenta valutazione delle motivazioni per cui i revisori, e di conseguenza l’editore, potrebbero aver deciso di rigettare il nostro lavoro. Ad esempio, in fase di revisione, potremmo aver sottovalutato l’importanza di condurre analisi aggiuntive consigliate dai revisori, così come potremmo non aver accettato il suggerimento di riformulare o rivedere considerazioni riportate in importanti sezioni dell’articolo, quali le discussioni, le limitazioni e le conclusioni dello studio. Se la decisione di non implementare questo tipo di suggerimenti era più data dal dispendio di tempo (o orgoglio?) necessario alla loro implementazione che all’effettiva non pertinenza dei commenti, sarebbe bene rivalutare la possibilità di apportare le modifiche suggerite. Infatti, le stesse criticità potrebbero essere risollevate più e più volte da diversi revisori, in quello che potrebbe essere un lungo processo di (ri)sottomissione dell’articolo a numerose diverse riviste. Infine, come nel caso di un rifiuto in prima battuta, sarebbe bene rimettere in discussione anche la scelta della rivista, andando a selezionarne una estremamente allineata alla nostra ricerca, sia in termini di standard qualitativi che di campo di interesse.
Conclusione
Sebbene il rigetto di un articolo possa essere percepito come un duro colpo ai danni della nostra piccola creatura, è bene accettare e considerare i riscontri ricevuti da esperti imparziali, ed estranei al nostro studio, come una preziosa opportunità di rafforzare il contenuto e la presentazione della ricerca svolta. Implementare le modifiche suggerite e, se necessario, scegliere una rivista più appropriata per il proprio articolo possono aumentare in maniera sostanziale la possibilità di ricevere la tanto agognata mail riportante accepted as it is.