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Come costruire le stringhe di ricerca da utilizzare nei database

Le ricerche bibliografiche nei database di letteratura clinica rientrano tra le attività del Post-Market Clinical Follow-up. In questo articolo trovi alcuni consigli per creare delle stringhe di ricerca adeguate e ottenere quindi risultati pertinenti.

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Mariagiulia Biscaro

Quality Management Systems Manager

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370_Q_Come costruire le stringhe di ricerca da utilizzare nei database

Come già descritto nell’articolo precedente, le ricerche bibliografiche nei database di letteratura clinica rappresentano una delle attività – e spesso una delle più frequenti – che sono condotte nel contesto delle attività di Post-Market Clinical Follow-up. Le ricerche bibliografiche, infatti, permettono di acquisire informazioni chiave di due fasi fondamentali della valutazione clinica:

  • la comprensione dello stato dell’arte aggiornato in relazione all’indicazione d’uso, scopo inteso e target population del dispositivo di interesse
  • e il reperimento, per la successiva analisi, di dati clinici in relazione al dispositivo di interesse o a dispositivi a esso equivalenti.

Le ricerche bibliografiche sono spesso una delle strade obbligate da percorrere anche in altri momenti della vita del dispositivo. Di frequente vi si ricorre in fase di progettazione per acquisire informazioni che possano permettere di definire razionalmente alcune caratteristiche progettuali del dispositivo; vi si può ricorrere anche nella fase di validazione quando, ad esempio, è necessario dimostrare che il dispositivo è biocompatibile e si eseguono le valutazioni tossicologiche a tavolino, il cui esito determinerà se ricorrere al testing o meno.

Qualunque siano le ricerche da compiere, usualmente la modalità di interrogazione dei database bibliografici prevede che l’input sia una “stringa” di ricerca: un insieme di parole chiave che l’algoritmo del motore di ricerca utilizzerà per interrogare il database e restituire l’output desiderato.

Il passaggio di costruzione della stringa di ricerca è, quindi, fondamentale: una stringa di ricerca mal costruita potrebbe rendere parzialmente inefficace la ricerca stessa. I due maggiori rischi che si corrono sono, generalmente, l’ottenimento di un numero di record eccessivo e contenente numerosi risultati che esulano dallo scopo della ricerca, ma che possono essere dichiarati tali solo dopo una lettura almeno parziale dei riferimenti reperiti (condizione che porta quindi a un aumento significativo dei tempi complessivi della ricerca, pur non producendo risultati di interesse) e, più grave, il mancato reperimento di informazioni comunque presenti nel database, informazioni che sarebbe stato utile, se non fondamentale reperire.

Per questo, è opportuno che le stringhe di ricerca di qualunque ricerca bibliografica siano “costruite” secondo criteri razionali, puntuali e soprattutto codificati. È bene, infatti, che tali criteri siano indicati per iscritto nelle procedure del SGQ che descrivono le attività in cui possono essere impiegate le ricerche bibliografiche (ad esempio, le procedure di valutazione clinica e di PMCF).

La costruzione delle stringhe di ricerca bibliografica dovrà, nella pratica, tenere conto di due insiemi di fattori:

  1. l’architettura dell’interfaccia di ricerca del database di interesse, la struttura dei suoi record, la modalità di interrogazione dell’algoritmo di query;
  2. gli obiettivi che ci si prefigge di ottenere eseguendo la ricerca stessa, ovvero la finalità per cui viene eseguita.

Il primo insieme di fattori da considerare nella costruzione delle stringhe di ricerca bibliografica

Il primo insieme di fattori è di natura squisitamente tecnica, ed è indipendente dagli obiettivi della ricerca, ma non per questo è meno importante. Dopo avere individuato i database di ricerca bibliografica che saranno utilizzati (attività condotta secondo criteri che dovranno essere esplicitati nelle procedure), sarà opportuno che questi vengano dapprima studiati per comprendere in modo approfondito come debbano essere consultati e quali siano le modalità stesse di consultazione.

A solo titolo di esempio, è noto come molti database di ricerca bibliografica possiedano delle interfacce web di consultazione: non è detto che, per lo scopo desiderato, l’utilizzo di tali interfacce sia la scelta migliore. Solitamente queste sono pensate per l’esecuzione di ricerche estemporanee e non sistematiche, e sono disegnate anche con l’intento di essere user friendly, a discapito, ad esempio, della possibilità di personalizzare la ricerca tramite l’inserimento di parametri aggiuntivi, possibilità di solito permesse o da interfacce di tipo avanzato – dedicate agli utenti più esperti  o secondo modalità di accesso diretto ai database attraverso sistemi automatizzati. Una analisi preliminare, eventualmente con l’aiuto di esperti informatici, della modalità di interrogazione dei database di interesse può far risparmiare tempo prezioso e, allo stesso tempo, aumentare significativamente la qualità delle ricerche che saranno condotte.

Questa attività dovrà avere come obiettivo finale la definizione:

  1. della sintassi corretta della stringa di ricerca e
  2. della modalità di interrogazione del database (manuale, semi-automatica, completamente automatica).

Il secondo insieme da considerare nella costruzione delle stringhe di ricerca bibliografica

Il secondo insieme di fattori che influenza la modalità con cui è costruita una stringa di ricerca dipende dall’obiettivo della ricerca stessa. Un esempio tipico è il differente approccio che è opportuno adottare quando la ricerca è condotta ai fini della determinazione dello stato dell’arte di interesse o per identificare dati clinici in relazione al dispositivo oggetto di studio.

Nel primo caso la stringa dovrà permettere spesso di poter selezionare solo revisioni di letteratura, nel secondo caso invece dovrà consentire soprattutto l’identificazione di studi clinici. In tutti i casi dovrà essere definito l’intervallo temporale a cui la ricerca farà riferimento; anche questo sarà un parametro della stringa di ricerca.

 

Nella pratica si seguiranno i passaggi elencati qui sotto.

  • Formulare delle domande di interesse secondo l’approccio “PICO” (vedi paragrafo successivo).
  • Identificare le parole chiave per ciascun elemento “PICO”.
  • Pianificare la strategia di ricerca.
  • Eseguire la ricerca.
  • Affinare i risultati.
  • Rivedere quanto reperito.
  • Valutare l’evidenza acquisita.

Le domande, una volta formulate, possono essere scomposte per creare una lista di parole chiave da inserire all’interno di una tabella organizzata secondo la struttura “PICO”:

  • Patient / Population / Problem
  • Intervention
  • Comparison
  • Outcome

Le stringhe di ricerca, ovvero l’input delle query, saranno solitamente costruite avvalendosi degli operatori booleani (AND, OR, NOT), ricordandosi che il nesting è rilevante ai fini della ricerca.

Prendiamo ad esempio queste due concatenazioni di keyword, che non sono equivalenti:

  • incidence AND cancer AND children OR child
  • incidence AND cancer AND (children OR child)

Ulteriori accorgimenti per creare le stringhe di ricerca

  • Utilizzare le virgolette per identificare le espressioni esatte (esempio “mal di testa”)
  • Utilizzare i termini di troncamento per identificare le keyword con la stessa radice (esempio child* = child, childhood, children, childish etc.

Le stringhe di ricerca, inoltre, permettono spesso di inserire identificatori, ad esempio, del tipo di pubblicazione e della data di pubblicazione; è il caso di PubMed.

  • [Article Type]
  • [Publication Date]

Gli stessi identificatori saranno solitamente presenti, anche se con sintassi diversa, negli altri database potenzialmente consultabili, di cui citiamo i più utilizzati:

  • (PubMed)
  • Cochrane Library
  • Scopus
  • Google Scholar

Molto spesso è opportuno che durante la ricerca si impieghino strumenti quali i citation managers (software come EndNote o Zotero o simili) che possono consentire l’archiviazione ordinata dei risultati in una modalità per cui i passaggi successivi, di raffinamento dei risultati, risultano essere piuttosto facilitati. Essi permettono, inoltre, di reperire nuovamente le informazioni archiviate in modo snello ed efficace.

La consultazione di database differenti per uno stesso fine richiede, ovviamente, che siano costruite stringhe di ricerca equivalenti per scopo e risultato cercato, ma diverse per sintassi. I risultati estratti da ciascun database devono essere spesso uniti in un unico database di risultati per eseguire il loro confronto (si pensi, ad esempio, anche alla sola eliminazione dei duplicati). A questo fine, la creazione di appositi automatismi, costruiti se necessario anche attraverso la definizione di codice proprietario, può permettere nuovamente sia di risparmiare tempo che di aumentare la qualità delle proprie ricerche. Fondamentale, nella definizione dei metodi di ricerca che si intende adottare dettagliare, dandone opportuna giustificazione, i principi di base all’interno delle procedure SGQ di interesse – e dare evidenza, nell’operatività (ad esempio, nella stesura dei piani di valutazione clinica o di PMCF) di applicare i suddetti criteri coerentemente. 

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Mariagiulia Biscaro

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