Ti è mai capitato di presentare un manoscritto nella cui scrittura avevi messo tutte le tue energie per poi vederlo inspiegabilmente rifiutato? Non perderti d’animo! Sei in buona compagnia.
Anzi si tratta di un’ottima compagnia. Uno studio ha riportato che il 62% degli articoli viene respinto alla prima submission. Alcune riviste, poi, respingono quasi il 95% degli articoli ricevuti.
Non occorre disperarsi; molti manoscritti potrebbero vedere la luce se affidati alle cure di un medical writer esperto.
Se l’ambito della ricerca non si adatta agli interessi della rivista, è probabile che l’articolo venga rifiutato senza nemmeno raggiungere i peer reviewer. Un’attenta analisi nella selezione della pubblicazione può fare la differenza.
La qualità dell’espressione è la seconda ragione per cui un manoscritto viene rifiutato. Se l’inglese non è la tua lingua madre, è probabile che la capacità di comunicare concetti fondamentali per la sopravvivenza del tuo articolo sia compromessa: frasi poco chiare, troppo lunghe ed errori di sintassi possono essere efficacemente sistemati da un medical writer professionista.
Non proprio della stessa natura, sebbene assimilabili, sono gli errori relativi alla formattazione di un manoscritto. Seguire le regole editoriali è noioso quanto fondamentale. Un lavoro certosino che va svolto per ogni rivista alla quale si propone il manoscritto, seguendo le linee guida obbligatorie e i requisiti uniformi (ad esempio ICMJE, CONSORT, ecc.). La gestione della presentazione dell’articolo scientifico, a partire dalla formattazione dei testi e delle tabelle, può essere affidata a dei professionisti e comporta costi contenuti. Questo è un buon consiglio da seguire soprattutto se non si è abituati a presentare articoli con una certa frequenza e quindi si è “fuori allenamento”.
Finito? No! Una buona parte di articoli viene rifiutata semplicemente perché gli autori non danno seguito in modo sistematico e preciso alle richieste dei revisori. Anche in presenza di major correction un articolo ha ancora ottime speranze di vedere la luce, se siamo in grado di confutare le critiche, integrare le informazioni, riscrivere e aggiornare porzioni di testo.
Un articolo non pubblicato è un’occasione persa per se stessi e per la ricerca. In definitiva, la raccolta di dati clinici rappresenta un grande investimento di tempo e di denaro, oltre che di impegno di tanti pazienti di buona volontà. Un lavoro attento in fase di redazione, formattazione e gestione delle relazioni con la rivista e con i suoi revisori costituisce un buon viatico per il successo di un manoscritto. Affidare a dei professionisti queste fasi di elaborazione del documento è, quindi, una scelta d’ordine di razionalità e responsabilità.